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Come è Fatto Te lo spiega Prochima Come si usa la resina epossidica trasparente

Come si usa la resina epossidica trasparente

Come si dosa la resina E-30 effetto acqua?

Essendo un bicomponente, avete a disposizione 2 flaconi , uno contenente la resina “A” e l’altro l’indurente “B”.
Equipaggiarsi di una bilancia elettronica per pesare i grammi e un contenitore dove riunire i liquidi.
Mettete la quantità di A che pensate vi serva, cercando di avere una cifra tonda in grammi (es. 100g) , questo renderà più facile il conto di quanto indurente aggiungere.
Ogni prodotto indica sul flacone di B (o anche su entrambi) il rapporto di impiego .
Facciamo un esempio con 100A : 60 Si moltiplicano i grammi di A precedentemente pesati (100g) si moltiplicano per 60 e poi si dividono per 100, per ottenere di grami di B da aggiungere.

Esempio Pratico (rapporto 100:60)
40g componente A, quanto componente B devo aggiungere?
Soluzione à 40/100 = 0,40 à 0,40×60= 24.
Cioè 24g di B

QUESTE DOSI SONO CONSOLIDATE E TESTATE DA 30 ANNI DI PRODUZIONE DELLA E-30

Resina epossidica da colata trasparente. Prodotto Atossico, certificato per il contatto con la pelle.

Ma come si prepara la resina in modo corretto?

Una volta dosata accuratamente, ( AL GRAMMO) la resina va mescolata in maniera regolare in senso orario e antiorario per almeno 6 minuti.
Questa parte è fondamentale perche indurisca correttamente, e quindi non resterà morbida o opaca in alcune parti.

QUANTO DIVENTA “DURA” LA RESINA? ( polimerizzazione )

  1. Prima fase indurimento apparente
    Il grado di durezza dipende dalla scelta dei vari tipii di formule che prochima offre , dal tempo di maturazione e dalla temperatura di catalisi, minimo 20 C
  2. Indurimento completo
    La resistenza meccanica della resina continua ad aumentare fino a 7 giorni dopo l’applicazione.
    Quindi dopo 24h ore potrà sembrare ancora morbida, ma nei giorni seguenti continuerà ad indurirsi fino a diventare come una polimero a rigido (diciamo “simil-plexiglass”,o metacrilato per avere un paragone )

In quanto si solidifica la resina epossidica? Si può accelerare il processo di indurimento?

Anche in questo caso dipende dalla formulazione e dalla temperatura.
Ad ogni modo essendo un polimero “TERMO-INDURENTE”, più si espone al calore e più veloce è la catalisi.
Potete richiedere acceleranti incolori a Prochima.
Come regola generale, ogni 10°C in più , il tempo di catalisi diminuisce della metà.

Esempio
– 20° circa 3h00’
– 30°circa 1h30’
– 40°circa 0h45’

Per accelerare la catalisi quindi è sufficiente tenere la colata vicino ad una fonte di calore (anche un semplice termosifone). Attenzione però a non riscaldare delle colate superiori ad 1 cm di spessore. Infatti la resina potrebbe riscaldarsi troppo per via dell’effetto massa (che trovate spiegato nella guida).

Adatto a colate trasparenti con un pot-life ridotto rispetto alla E-30 EFFETTO ACQUA.

Che cos'è l'effetto della “MASSA”?

Questo termine si una per descrive il fenomeno di esotermia (cioè rilascio di calore) che si presenta quando si cola la resina in alti spessori (maggiori di 1 cm). Infatti le molecole di A, legandosi con le molecole di B, rilasciano calore, che viene subito disperso in caso di spessori minimi. Quando invece lo spessore della colata è più alto di 1 cm, il calore viene dissipato più lentamente quindi la colata inizia a riscaldarsi.
Questo riscaldamento accelera ulteriormente la reazione , che fa si che la temperatura si alzi ancora di più. Per questo motivo bisogna evitare di colare troppa resina tutta in una volta, onde evitare che “bruci” (creando crepe, ritiri, ingiallimenti e bolle).

Ma la resina ingiallisce?

No, ad oggi Prochima può finalmente dopo 60 anni di ricerca e conoscenza garantire resine epossidiche non ingiallenti, soprattutto le ultime formule 2018 senza anello aromatico che è la principale causa di ingiallimento.

Come eliminare opacità superficiali o piccole increspature formatesi appena solidificata?

Queste opacità superficiali (soprattutto nella stagione fredda) sono il risultato dell’effetto dell’umidità ambientale, che crea una patina sulla superfice della colata (CARBONATAZIONE).
All’inizio non si nota, ma appena solidificata, possono vedersi aloni opachi ed addirittura una pellicola increspata, in alcuni punti.
Per evitare questo fenomeno ci sono diverse strategie:

  1. Lavorare in ambiente a bassa umidità (deumidificato) o riscaldato, PER EVITARE IL FENOMENO DELLA CARBONATAZIONE.
  2. Riscaldare i 2 componenti prima di colarli (per esempio tenendoli sopra un termosifone). Infatti la resina (in base alla quantità preparata, per via dell’effetto “massa”) può necessitare di qualche decina di minuti prima di scaldarsi. Andrebbe controllato ogni 5 minuti e non appena raggiunge i 40°C (quando cioè è più calda della nostra mano), può essere applicata. In questo modo una parte delle molecole ha già reagito ed è quindi meno vulnerabile all’umidità ambientale. Attenzione però a non aspettare troppo tempo prima di colare, altrimenti rischiate che si solidifichi nel contenitore!
  3. Sarebbe buona norma non applicare quando piove (dato che l’umidità ambientale aumenta.
  4. Non applicare su supporti che contengono ancora umidità come, ad esempio, cemento fresco o legna non essiccata o altri materiali umidi.

Come si lucida la resina?

Esistono diversi metodi. Molto dipende dalle dimensioni e dalla regolarità della superficie che si deve lucidare.
Più una superficie è grande (oppure irregolare, come ad esempio un gioiello od una miniatura) e più conviene utilizzare una vernice spray. L’ideale è lo spray poliuretanico trasparente che si usa per la laccatura dei mobili.
Se non fosse disponibile (come ripiego di facile reperibilità) si può usare lo spray acrilico trasparente che si trova dal ferramenta.
Ad ogni modo almeno 2-3 mani intervallate da un ora spray sono necessarie per avere una buona finitura.
Il metodo che sicuramente garantisce il migliore effetto estetico è la lucidatura manuale con carta abrasiva (fino a grana 1500) e poi concludere con il classico “polish” (cioè la pasta lucidante) che si usa per lucidare la plastica dei fanali dell’auto. Questa tecnica però richiede esperienza ed una lucidatrice orbitale, altrimenti rimarranno sempre graffi ed irregolarità. Consigliato solo ai professionisti con adeguato equipaggiamento, e per oggetti non troppo grandi ed abbastanza regolari.

Altro prodotto molto valido FINISH EA W
DISPONIBILE OPACO O LUCIDO applicabile a spruzzo o pennello.

Poliuretanica alifatica a base acrilica, per finiture di scafi in epossidica

Effetto Glassatura

Un altro metodo è applicare con un pennello (o per colata) una finitura di resina epossidica (dopo aver levigato fino alla grana 400).
Il consiglio è aspettare che la resina diventi più viscosa (lasciando riposare nel contenitore dopo averla preparata) e quindi raggiunga una consistenza più vicina al “miele”. A quel punto si può iniziare ad applicarla con un pennello (oppure per colata, se si vuole ottenere un effetto a specchio).

Disponibile un prodotto già pronto per questo effetto

Come si eliminano le bolle d’aria dalle colate di resina?

Nonostante sia necessario, per eliminare le bolle al 100% sono necessari de-gassificatori, ci sono alcuni trucchi che possono aiutarci a ridurre al massimo la presenza delle bolle nella creazione.

  1. Mescolare la resina per un tempo più lungo ma in maniera più delicata.
  2. Quando si cola la resina, cercare di non farla precipitare dall’alto , ma colarla sempre più vicino alla superficie possibile.
  3. Una volta mescolata la resina lasciarla risposare qualche minuto, per far risalire le bolle d’aria.
  4. Una volta colata, passare una fonte di calore (pistola termica o fiamma , o phoon) per far scoppiare le bolle in superficie.

Con cosa si può colorare la resina?

In pratica con qualsiasi cosa.
Incluse polveri, terre, pigmenti metallici. Finchè i coloranti sono “secchi” privi di acqua (esempio polveri o sabbia) non ci sono problemi (purché siano perfettamente asciutti).
Quando invece si vogliono aggiungere colori in pasta o liquidi, bisogna verificare che siano compatibili con le resine epossidiche.